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Villa Bellini

Villa Bellini

Il Giardino Bellini è il più antico dei quattro giardini principali di Catania. Dai catanesi è chiamato 'a villa e rappresenta la villa per antonomasia.

Il giardino risale al Settecento ed apparteneva al principe Ignazio Paternò Castello, che lo aveva voluto secondo le tipologie di allora con labirinti di siepi, statue e fontane a zampillo di foggia tale da creare giochi d'acqua. Venne acquistato dal comune di Catania nel 1854 dagli eredi del principe e venne dato incarico all'architetto catanese Landolina di renderlo atto al nuovo tipo di uso. Per far questo vennero acquistati degli orti privati adiacenti che incorporati ne ampliarono la superficie. Il Viale degli Uomini Illustri ad ovest venne inaugurato nel 1880 con i busti posti su colonne dei personaggi più famosi della storia italiana e catanese, ma già nel 1875 all'inizio del viale era stata posta la statua in bronzo di Giuseppe Mazzini. I lavori vennero conclusi nel 1883. Il giardino divenne l'abituale meta delle famiglie catanesi che vi portavano i bambini a giocare mentre passeggiavano conversando con gli amici. L'ingresso monumentale di Via Etnea venne realizzato ed aperto nel 1932 e l'anno dopo, alla sommità dello scalone, nel piazzale soprastante il tunnel di via Sant'Euplio vennero collocate le statue monumentali che rappresentano le arti opera dello scultore Domenico Maria Lazzaro. Alla fine degli anni cinquanta venne riordinata la zona del tunnel di Via Sant'Euplio e quelle adiacenti. In quegli anni venne curato ampiamente l'aspetto floreale ed esperti giardinieri creavano veri e propri disegni ed iscrizioni nelle aiuole delle collinette gemelle. Poco tempo dopo venne incrementato il numero di voliere e di volatili esotici, quindi acquisiti ed allevati anche volatili acquatici come anatre e cigni, il cui habitat era stato attrezzato nelle grandi vasche e fontane di cui il giardino era dotato. Verso il 1960 il giardino divenne anche un piccolo zoo con volatili stanziali in libertà ed animali, come varie specie di scimmie, ed infine anche elefanti.
Piazzale centrale e collinetta nord in cattive condizioni; il padiglione cinese è andato distrutto per un incendio.

A partire dalla metà degli anni settanta iniziò un progressivo ridimensionamento dei fondi stanziati per la manutenzione e la decadenza non tardò a manifestarsi. Le piogge rovinarono ampiamente le aiuole in pendenza della parte sud del giardino e le piante mal curate inselvatichirono. Quelle stagionali scomparvero addirittura. Non miglior sorte toccò agli animali che lentamente si ridussero. L'elefante indiano donato alla città dal circo Orfei, ultimo sopravvissuto del piccolo ma ricco zoo del Bellini, morì alla metà degli anni ottanta. Il Giardino Bellini di oggi è classificabile piuttosto come semplice parco alberato; nell'ultimo decennio è stato usato per manifestazioni culturali e religiose, per concerti canori ma non è più la meta di famiglie e bambini. Dopo anni di incertezza e abbandono in cui un incendio di origine non chiara ha distrutto totalmente il padiglione cinese posto alla sommità della collinetta nord, assieme al suo contenuto in libri e documenti, di recente si è ventilata la voce di una sua cessione a privati nell'ambito delle nuove politiche economiche del comune. Dopo anni di fruibilità, prima ridotta a causa di transenne e ponteggi che permettevano solamente il transito nel senso della lunghezza nel viale alberato adiacente la via Sant'Euplio, e poi del tutto negata, il 23 settembre 2010 dopo un riadattamento il giardino è stato riaperto al pubblico.

Le tappe

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